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Arctic Cat 650 V2 - Kawasaki Brute Force 650 V-twin

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2006 15:13
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01/04/2006 15:13
 
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Comparativa Arctic Cat 650 - Kawasaki brute force 650 by Moto4

Osservando i due mezzi posizionati l' uno accanto all' altro, possiamo subito fare delle importanti considerazioni a livello estetico, ergonomico e meccanico.
Più basso e slanciato il kawasaki,che mostra anche minore luce nel sottotelaio e ridotta careggiata sui due assi; ben più corposo e massiccio l' Arctic Cat 650, che ha dotazioni,scelte costruttive e dimensioni che lo accomunano più ai mezzi da 750-800cc che all' attuale rivale,con il quale condivide parte della meccanica.
Esteticamente i due ATV non sono perciò direttamente confrontabili, visto che sembrano appartenere a due segmenti costruttivi diversi, come in parte lo sono. La posizione in sella del Kawasaki risulta subito ben sfruttabile e di giusta connotazione per un veicolo destinato al lavoro ed allo svago; il manubrio è disposto in maniera da contener sia l' arretramento del busto che l' eccessiva piega dei gomiti.
Ben realizzati sono gli spazi destinati al sostegno ed alla protezione delle gambe e dei piedi, che sono giustamente rigidi nelle pedane ed isolati nei pneumatici, ma altrettanto efficace è la conformazione dei parafanghi, i quali deviano con efficenza gli schizzi di fango ed il pietrisco sollevati durante la marcia.
Di buona qualità risultano i componenti elettrici, montati con cura e sana vocazione al risparmio. Molto comodi da raggiungere il comando dell' inserimento della trazione integrale, posto sulla destra ed azionabile con un semplice pulsante, e la levetta manuale che consente di bloccare in maniera più o menovigorosa l' azione del differenziale anteriore.
Decisamente ampia e ben imbottita è la sella, capace di ospitare agevolmente due persone anche di media stazza; un po più "giusto" risulta forse lo spazio per l' alloggiamento dei piedi di pilota e passeggero, soprattutto nelle fasi di salita e discesa del veicolo. Piacevole e completa è invece la strumentazione, che appare ricca di spie poste sia nel quadro strumenti principale che nella parte superiore del cupolino; in particolare, nel quadro a cristalli liquidi vengono riportate molte informazioni utili, come il livello del carburante visualizzato con sette barrette e tre differenti contachilometri, di cui uno totale e due parziali, resettabili dal pilota. Fra le indicazioni abbiamo anche il contatore di funzionamento e l' indicatore relativo all' inserimento delle due o quattro ruote motrici.
Di pari elevatura, se non addirittua superiore, la realizzazzione dell Arcitc cat, capace di ospitare due persone con ancora maggiore accoglienza; la posizione in sella è più consona ad un veicolo prevalentemente studiato per il lavoro, oppure per percorrenze di certo livello, con li busto ben eretto e le braccie disposte in maniera raccolta, così da ridurre al minimo lo sforzo sul manubrio durante la marcia.
Di buona fattura anche i portapacchi anteriore e posteriore, molto robusti e capaci di consentire il trasporto di masse notevoli. Una volta a bordo si nota subito come le dimensioni generali del veicolo ricalchino più da vicino quelle di un mezzo di cilindrata superiore, per esempio di un 750cc .
Questo si traduce in primo luogo nella scelta di sospensioni indipendenti anche all' asse posteriore, con schema a doppi bracci sovrapposti, poi di un asse anteriore sempre a doppi bracci sovrapposti, in un luogo delle più economiche McPherson,e, non in ultimo, del montaggio di pneumatici da 26 pollici piuttosto che da 25.
Meccanicamente l' Arctic Cat adotta le stesse specifiche del suo "avversario": propulsore bicilindrico a V di 90° con alimentazione a doppio carburatore Keihin; trasmissione automatica con riduttore e variatore di velocità a rapporto continuo. La trazione può essere a due sole ruote motrici, a quattro ruote motrici, oppure a 4 "vere" ruote motrici con blocco totale del differenziale anteriore.
A livello di rifiniture, lo standard Arctic Cat per il suo Top-Vehicle prevede di serie la presenza della catena antifurto e di un cruscotto comprendente un grande strumento analogico, ch elavora in simbiosi con lo schermo a cristalli liquidi posto sulla destra. Poche sono le spie disponibili, dalla connotazione piuttosto scarna e formate da un piccolo led colorato a seconda del tipo di informazione riportata. Molto interessante (anche se non si di una vera e propria novità) è la possibilità di far funzionare lo strumento analogico come tachimetro e contagiri.
Nella parte superiore dello spazio destinato normalmente al serbatoio, che qui è alloggiato nella zona posteriore destra, i tecnici Arctic Cat hanno predisposto un comparto portadocumenti di facile utilizzo; nel kawasaki la stessa funzione viene svolta da un box a tenuta stagna, accessibile nella parte posteriore del sottosella.

L' AGILE E LO STABILE

Procediamo nella nostra prova partendo con il kawasaki KVF, su di un breve tracciato percorso a bassa velocità, in modo da portare a temperatura di regime i vari componenti meccanici; l' assetto di guida è molto diretto e sincero: il manubrio appare leggermente più basso rispetto a quello dei consueti veicoli da lavoro, ed infatti subito ci coglie il sospetto che il kvf sia in realtà un mezzo dalla connotazione velocistica, o comunque sportiveggiante.
Il tono dello scarico è abbastanza contenuto, ma si riconosce immediatamente il timbro caratteristico del bicilindrico, che ruggisce con inaspettata reattività ad ogni sollecitazione del gas; il funzionamento della trasmissione, anche a freddo, risulta ineccepibile. Il movimento del veicolo, partendo da fermo, avviene con dolcezza e senza strappi o incertezze; procedendo a velocità più elevate si apprezza la propensione del variatore a ridurre il rapporto di trasmissione, ogni volta che si richieda un' accelerazione più vigorosa e con il propulsore più vicino al regime di potenza massima.
Molto buona è la tenuta di strada, anche se con la taratura delle sospensioni tendente al rigido, soprattutto all' asse anteriore, l' inserimento in curva è molto equilibrato ed anche la percorrenza in curva consente buone velocità d' entrata e d' uscita. La massa del mezzo è piuttosto contenuta e questo si traduce in ottime qualità dinamiche, sia in frenata ch ein accelerazione. Non solo: affrontando un passaggio di elevata dificcoltà e con la pendenza elevata, la modesta massa h aconsentito di superare il tratto in questione con minore difficoltà rispetto al concorrente di casa Arctic Cat.
Sfruttando tutte le qualità velocistiche emergono una agilità ed una manegevolezza inaspettate, con precisione alla derapata controllata, ma di facile risoluzione. Con l' inserimento delle quattro ruote motrici la governabilità diminuisce con decisione, costringendo il pilota ad un guida più pulita e redditizia,a nchè perchè l' aderenza anteriore porta al deciso sfruttamento della tenuta laterale dei pneumatici, ed al ripido sollevamento delle ruote interne. In casi di estrema difficoltà, come in salite ripidissime e con aderenza precaria, in guadi di fiumi profondi oppure nell' attraversamento di ostacoli con presenza di fango spesso ed inconsistente, le quattro ruote motrici posso essere integrate dall' uso del bloccaggio del differenziale anteriore, azionabile tramite la levetta posta sul lato sinistro del manubrio. Questa che agisce direttamente di dischi di frizione del differenziale, blocca il sistema in proporzione diretta allo sforzo applicato su di essa, consentendo di spaziare verosimilmente tra una percentuale di bloccaggio compresa tra lo 0 ed il 60-70%.
Il comportamento dell' Arctic Cat MRP 650 si discosta dal concorrente sin dai primi metri percorsi: più massiccio, morbido di sospensioni e capace di assorbire le asperità del terreno, questo veicolo propone anche una connotazione di guida e di spazi attorno al pilota molto simile a quella degli altri mezzi da lavoro, di cilindrata pari o superiore. Molto confortevole e docile, l' Arctic Cat si propone certamente come un quad meno nervoso e scattante, ma anche più completo nella dotazione meccanica, a partire proprio dalle sospensioni indipendenti anteriori e posteriori a bracci sovrapposti. Molto curata è anche la funzionalità della sua trasmissione, che appare molto efficente e reattiva nell' assecondare le volontà del pilota, in grado di valorizzare la coppia erogata dal bicilindrico di 90°.
La cilindrata del propulsore è decisamente azzeccata per questo mezzo, anche se in condizioni di pieno sfruttamento delle prestazioni si avverte una leggera mancanza di allungo rispetto agli atv dotati di 750 0 800cc di cubatura.
La tenuta di strada è decisamente buona, soprattutto in fuoristrada; la taratura di ammortizzatori e molle, anche se non regolabili, è appropriata per ogno tipo di terreno. l' assorbimento delle imperfezioni presenti sul tracciato affrontato è stato di livello notevole, paragonabile tranquillamente a quello di mezzi di riferimento quali l' Outlander o lo Sportsman.
Rispetto al Kawasaki KVF il comportamento di questo Arcitc Cat si è rivlevato più votato al confot, anche per i viaggi di lunga percorrenza. Con l' utilizzo delle due sole ruote motrici questo ATV si comporta con buona precisione, in tutte le fasi di curvatura: per nulla tendente al sovrasterzo, richiede di utilizzare traiettorie pulite e di sfruttare l' appoggio sulle ruote esterne, anche laddove si pensi di non disporre dell' aderenza necessaria al mantenimento della direzione impostata, L' uso delle quattro ruote motrici, come anche nel Kawasaki e negli altri mezzi dellos tesso tipo, pone l' Arcitc Cat in condizioni di maggiore stabilità, a patto di non avvicinare troppo i limiti di tenuta, oltre i quali MRP bicilindrico si ribella, mostrando una certa propensione a chiudere la curva con lo sterzo, con conseguente tendenza al sollevamento delle ruote interne fino al limite del ribaltamento. In caso di necessità, anche questo ATV consente un blocaggio completo dell' asse anteriore, in grado di raggiungere la caratteristica dell' innarestabilità persino in condizioni veramente gravose. In situazioni del genere il comando consente di mantenere bloccato il differenziale, spostando l' apposita leva; ricordiamo,però, che soprattutto se l' aderenza ritorna a mostrare valori accettabili, non è affatto consigliabile marciare con il blocco inserito, pena la grande difficoltà di guida e la peantezza delle reazioni di sterzo, in grado di rendere il mezzo molto affaticante e di difficile gestione.


PREGI E DIFETTI (KAWASAKI 650)
Veicolo dalle ottime prestazioni e della guidabilità di alto livello, il Kawa adotta però sospensioni un po rigide per contrastare la presenza del forcellone oscillante, di fattura massiccia. Adatto al divertimento ma non ai tragitti di lungo raggio, questo quad è dotato di buona frenata e di ottima motricità.

PREGI E DIFETTI (ARCTIC CAT 650)
Di livello decisamente superiore rispetto alla cilindrata adottata, l' Arctic Cat si dimostra curato e razionale, con una guidabilità buona che, però, presenta spunti di instabilità se sfruttato al limite. Dotato di buon confort e di eccellente abitabilità, l' MRP giustifica in buona parte il prezzo, più elevato rispetto a quello del concorrente.



TEST BY MOTO4

[Modificato da ArgonATV 01/04/2006 15.14]

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